Una folla commossa partecipa ai funerali di Benito Giuliani

La lunga teoria di volontari con le divise dell'Avis che sfilano ai lati della strada, annunciano l'arrivo del feretro. Hanno gli stendardi delle diverse sezioni sparse tra la provincia di Frosinone e quella di Latina. Entrano
in piazza Castello, gremita di gente da oltre un'ora, e il silenzio irreale che incombe stride con il cielo terso e splendente di questa mattina di inizio estate. Poi ecco, compare il carro funebre che incede lentamente tra la folla. Ci sono i genitori di Benito, la moglie, i figli, le sorelle e una miriade di amici e parenti in lacrime. La bara viene sistemata in chiesa, quella di S.Pietro, ché la Collegiata di S.Maria Assunta è inagibile per i lavori in corso. La piccola chiesa è stipata all'inverosimile, così come la piazza che contiene a malapena la folla. Don Italo Cardarilli celebra il funerale e durante l'omelia ricorda quanto Benito si impegnasse per la comunità e per l'associazione che guidava, e quanto fosse combattivo per difendere i propri principi, al punto che proprio lui, il parroco, più volte si era trovato a discutere con Benito su questioni che riguardavano il paese e i suoi abitanti o per l'organizzazione di qualche manifestazione.

Al termine del rito religioso la bara con le spoglie mortali di Benito viene portata a spalla dai suoi amici, preceduta dalla Banda musicale, fino in piazza XI Febbraio. E' il momento dei saluti dei suoi compagni. Prende la parola Luciano, detto "Il saggio", rincuorato da Tiziano Panzanelli, quando la voce si perde nella commozione. A seguire Antonio Como, sindaco di Amaseno presente, ci tiene a precisare, in veste "privata", poi i colleghi di lavoro e quindi Stefania, a nome di tutti i nipoti, spendono parole commosse e riconoscenti. Tra la folla sono tanti gli amici, i colleghi, volontari dell'Avis e della Eneacaccia, esponenti politici della provincia, l'esponente della Direzione del PD Francesco De Angelis confuso tra la folla e tante persone comuni. Dagli altoparlanti sistemati nella piazza risuonano le note di"Io vagabondo", il successo dei Nomadi, manifesto di un'intera generazione, ad accompagnare il feretro nel suo ultimo viaggio.


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